Una delle piante più chiacchierate della storia, divide et impera, eticamente e praticamente sulle sue molteplici funzioni e utilizzi.
L’acceso dibattito, denso di preconcetti in entrambe le fazioni, è accompagnato da una certa mancanza di informazioni ed evidenze scientifiche che solo i più curiosi tentano di interpretare.
Pianta dalla storia antichissima, che ha accompagnato la civiltà umana in tutta la sua evoluzione, utilizzata in campo tessile, religioso e sanitario, grazie ai numerosi metaboliti che contiene e dalle sostanze psicotrope, è stata la protagonista di riti religiosi di antiche civiltà, musa ispiratrice dei poeti francesi dell’Ottocento, fino ad arrivare alla commercializzazione di massa nella sua versione light.
La cannabis è una pianta erbacea che ha tre sotto specie, sativa, indica e ruderalis. A ciclo annuale, può diventare alta anche più di 3 metri, ed è riconoscibile dalle caratteristiche foglie a margine dentellato che possono possedere da 5 a 13 punte.
La storia della cannabis
Come detto la canapa è una pianta antica, presente nelle cronache storiche sin dagli albori della civiltà, probabilmente per l’estrema facilità con cui può essere coltivata in territori anche molto diversi tra loro pe morfologia, clima e latitudine.
I suoi molteplici usi, tessile, cosmesi, medico e religioso ci riportano ai primi dati storici sicuri sul suo utilizzo, risalenti addirittura al periodo neolitico! Tracce presenti in Romania, Turchia, Asia e Cina.
In un manuale medico cinese del 2700 a.C. la cannabis viene citata per le sue doti farmacologiche in ambito odontoiatrico, da lì alcuni geniali medici dell’epoca iniziarono a studiarne le proprietà calmanti e le applicazioni anti dolorifiche.
Le varie migrazioni dei popoli asiatici la portarono anche nel nostro amato mediterraneo, dove è lo storico greco Erodoto a lasciare le prime indicazioni ai posteri.
In Italia, però, la cannabis si è imposta nel campo tessile per la resistenza delle fibre naturali, il suo uso “ricreativo” iniziò ad essere condannato dalla chiesa già nel 1484, anno in cui una bolla papale di Papa Innocenzo VIII siglava l’inizio del proibizionismo.
Nel resto D’Europa, intorno al 1800, l’uso ricreativo della cannabis divenne una moda grazie anche allo psichiatra Jacques-Joseph Moreau che creò un vero e proprio club a cui presero parte i maggiori artisti francesi e olandesi dell’epoca come Victor Hugo, Alexandre Dumas, Charles Baudelaire, Honoré de Balzac e Théophile Gautier.